Romanzo ambientato nel Portogallo del 1938, dove, sotto la dittatura di Antonio Salazar, la libertà di espressione è diventata un miraggio e la repressione violenta un mezzo diffuso. Pereira, giornalista di mezza età, vedovo obeso cardiopatico e triste, vive una presa di coscienza graduale, ma netta, e condivide con il lettore prima le proprie riflessioni sulla stabilità di un’esistenza vuota e assopita, poi la decisione sofferta di reagire e tornare ad essere un uomo, non più un fantoccio fuori dalla Storia. Un bellissimo libro che invita a trovare la forza dentro di noi e opporci sempre e comunque, ognuno coi mezzi più congeniali, a ogni forma di fascismo.