Ed eccolo qui, il quarto e ultimo romanzo della saga, scritto (anzi, dettato alla moglie, a quanto pare) da Fante ormai in fin di vita, nel 1982. Arturo Bandini è un giovanotto di umili origini appena approdato a Hollywood in cerca di fama. La storia non risente affatto delle condizioni in cui l’autore la portò a termine: l’energia, la vitalità e le pulsioni sessuali sono intatte, la vena ironica immutata. Un romanzo di formazione o, meglio, di traviamento, che diverte, coinvolge e corrompe. Considerato dalla critica il meno riuscito dei quattro “Bandini”, personalmente lo ritengo il migliore al pari di “Aspetta primavera…”