Il libro per eccellenza sul tema della vendetta. Una vendetta a lungo assaporata, congegnata nei minimi dettagli e infine attuata nella sua forma più sublime. Il lettore attende con la stessa pazienza del protagonista Edmond Dantès (alias “Simbad il marinaio”, alias “Conte di Montecristo”) l’esplosione di rabbia contro coloro che l’hanno calunniato e fatto rinchiudere ingiustamente, per quattordici lunghi anni, in una prigione da cui solo una fuga rocambolesca ha potuto salvarlo. Un altro classico aggiunto al mio repertorio. Molti lo considerano uno dei romanzi più belli mai scritti, ma non mi trovo d’accordo: l’eccessiva lunghezza non aiuta, come non aiutano le troppe iperboli, i casi fortuiti, i paradossi e le trovate fiabesche. Resta un lavoro eccellente, ma, se devo scegliere, dello stesso autore preferisco l’epopea de “I tre moschettieri”.